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Il diritto all’alloggio bussa alla porta dell’Europa

A Bruxelles i primi Stati generali europei per il diritto ad abitare mostrano un quadro allarmante

Bernard Birsinger, compianto sindaco comunista di Bobigny, l’aveva sognato. I suoi amici l’hanno realizzato. Tra il 5 ed il 6 novembre 2007, più di 130 rappresentanti di organizzazioni impegnate nella difesa di mal alloggiatie senzatetto, di ONG, di associazioni d’abitanti ed inquilini, ma anche di amministratori locali, di deputati europei, nonché del CECODHAS, che coordina a livello europeo gli amministratori degli alloggi sociali, si sono incontrati al Parlamento europeo, a Bruxelles, per i primi Stati generali europei per il diritto adabitare (SGEDA). Coordinati dall'Alleanza Internazionale degli Abitanti (IAI), l'Associazione nazionale degli eletti comunisti e repubblicani (ANECR), la Piattaforma per un Alloggio Dignitoso (Spagna) e la Rete di eletti e di enti locali progressisti dell'Europa (REALPE), l'evento è il seguito logico degli Stati generali per il diritto all'alloggio iniziati in Francia. Ma radici più antiche si trovano nella Carta europea per il diritto ad abitare e la Lotta contro l'esclusione sociale, sorta in occasione delle prime riunioni informali dei ministri europei dell’alloggio all'inizio degli anni '90. Un filo rosso ripreso più recentemente dal seminario organizzato in occasione del FSE di Atene nel 2006.

Le numerose testimonianze presentate nel corso di questi due giorni hanno permesso di elaborare un inquietante bilancio del mal-alloggio e del deficit di abitativo in una dozzina di paesi del vecchio continente. Se le situazioni differiscono enormemente a seconda dei paesi, tuttavia tutti i partecipanti hanno duramente denunciato l'abbandono da parte degli stati del settore abitativo. Eva-Britt Stevenson, deputata europea svedese (GUE/NGL), ha così spiegato come, sotto la pressione dell'Unione europea e delle scelte politiche della maggioranza di centro-destra, il suo paese - che considerava fino ad allora l'alloggio come un diritto per tutti indipendentemente dai redditi delle famiglie - si stia attualmente dirigendo verso una "privatizzazione rampante", riducendo il budget destinato agli aiuti all'alloggio e preparandosi a mettere in vendita 860.000 alloggi pubblici. Analisi condivisa anche dall’eurodeputata socialista Marie-Noëlle Lienemann, ex ministra francese per l’alloggio. In Russia, sono le riforme ultraliberali del governo di Vladimir Putin che minano l'accesso all'alloggio. Secondo Carine Clément, costretta ad inviare un messaggio scritto poiché le autorità russe gli hanno impedito di uscire da Mosca, queste riforme hanno gettato per strada migliaia di famiglie e avvantaggiato imprenditori disonesti, con la benedizione dei poteri pubblici locali corrotti. Il caso dei Rom, stigmatizzati e discriminati ovunque, è stato citato a numerose riprese dai partecipanti. Secondo Miroslav Prokes, consigliere comunale di Praga (Repubblica ceca), costituiscono il 90% delle persone che vivono nelle circa 300 bidonville che conta il paese. In Italia, Cesare Ottolini, coordinatore dell'Alleanza Internazionale degli Abitanti, e Paolo Gangemi di Rifondazione comunista, denunciano congiuntamente il nuovo decreto riguardante i Rumeni, che viene ad aggiungersi alla politica di distruzione delle bidonville senza alcun ri-alloggiamento, e la non approvazione di un decreto di protezione degli inquilini che sotto sfratto.

"Occorre che l'Unione europea affronti seriamente la questione del diritto all'alloggio", ha dichiarato Heinrich Niemann, membro del LHASA, associazione di ristrutturazione urbana a Berlino. Senza dimenticare, ha messo in guardia Pierre Mansat, vicesindaco di Parigi, "che oggi sono i mercati finanziari che decidono come si fa la città. Grazie al loro potere, i fondi d’investimento sono in grado di destabilizzare le politiche pubbliche.". E’ stato il caso di Berlino dove,"in dieci anni, i fondi per gli investimenti hanno potuto comprare 1,8 milioni di alloggi pubblici", ha precisato Barbara Litke, rappresentante, a Bruxelles, dell'Unione internazionale degli inquilini.

Questi SGEDA sono stati soltanto un riconoscimento d'impotenza? “No - risponde Cesare Ottolini -questi Stati generali sono una tappa fondamentale verso la costruzione di un movimento europeo di resistenza e di alternativa". Infatti, decine di partecipanti, da Jean-Pierre Giacomo della CNL francese a Paul Trigalet di Solidarités Nouvelles (Belgio), da Joseph Jones, della Thames Valley Gypsy association (Regno Unito) a Daniele Porretta della Piattaforma per un alloggio dignitoso, da Knut Unger dell'Unione degli inquilini di Witten (Germania) ad Annie Pourre di No-Vox, hanno mostrato una grande ricchezza non soltanto di analisi, ma anche di proposte e di lotte.

Nella dichiarazione finale, i partecipanti si impegnano ad organizzare gli Stati generali nel loro paese e ad attivarsi per chiedere "lo sviluppo di un vero servizio pubblico dell'alloggio e della città", nonché il riconoscimento del diritto all'alloggio a livello nazionale ed europeo.

Nel frattempo, i membri di SGDA saranno presenti al Forum Sociale Europeo (Malmö, 18-27 settembre 2008) e alla riunione dei ministri europei competenti in materia d’alloggio, che si terrà a Parigi nell’ottobre 2008, sotto la presidenza di turno francese dell’Unione Europea.