Palestina, il villaggio di Khirbet Tana sarà distrutto e gli abitanti espulsi
Ultime notizie: Palestinian Grassroots Anti-Apartheid Wall Campaign, 6 febbraio 2009
La cosiddetta Corte suprema di giustizia ha emesso il verdetto finale relativo a Khirbet Tana, villaggio ad est di Nablus city, sancendo la distruzione dello stesso e l'espulsione di tutti i suoi abitanti.
Khirbet Tana è situata ad est di Beit Furik, ad ovest dell’insediamento di Mekhora.
Gli abitanti del villaggio sono in prevalenza pastori e contadini, stabilitisi in quest'area diverso tempo fa e che dipendono dalle sorgenti vicine, condividendo l'uso dei pozzi d'acqua per gli animali e le coltivazioni.
Circa 75 famiglie abitano in questo territorio in abitazioni vecchie o all'interno di grotte. Nel villaggio ci sono circa 25 organizzazioni/strutture agricole e residenziali.
Gli abitanti di Khirbet Tana sono in continuo conflitto per la difesa del proprio diritto a rimanere nel loro paese.
Come tutti i Palestinesi dell'Area C si vedono negare il diritto a costruire nuove strutture o ad allargare i propri insediamenti.
I soldati hanno attuato una vera e propria persecuzione continuativa nei confronti degli abitanti del villaggio, facendo irruzione nelle loro case, inseguendo e trattenendo i pastori, distruggendo le coltivazioni, permettendo ai colonizzatori di perpetrare attacchi.
Nel 2005, le forze d'occupazione rasero al suolo un gruppo di case, ma le famiglie che vi abitavano decisero di restare e ricostruirono le loro abitazioni nel modo migliore in cui poterono.
La decisione più recente è stata comunque quella di ordinare la distruzione dell' intero villaggio. È la seconda volta nell'arco di un anno che la corte suprema concede il proprio assenso a questo tipo d'intervento.
Nell'Aprile del 2008, la corte sancì la distruzione di al-‘Aqaba ed il trasferimento di tutti i suoi abitanti.
Il radere al suolo i villaggi e l'allontanamento dei residenti sono stati parte integrante del progetto sionista fin dal 1948.
Oggi queste azioni vengono messe in atto principalmente contro le comunità più deboli; quella dei Jahalin ed altri gruppi di Beduini, così come anche i piccoli villaggi situati nella valle del Giordano.
Alle espulsioni fa seguito l’espropriazione delle terre, che favorisce l'espansione dell'insediamento israeliano, impoverendo ulteriormente le già provate e danneggiate comunità ed estendendo l'occupazione sulla Cisgiordania.
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