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la Via Urbana

Rio, grandi opere, saccheggio e organizzazione sociale

Martedì 19 giugno, nell'ambito del Vertice dei Popoli noi, International Alliance of Inhabitants (IAI), insieme ad altre reti sociali come l'Habitat International Coalition (HIC), il Fórum Nacional de Reforma Urbana e Vía Campesina, abbiamo convocato  l'Assemblea sui grandi eventi, grandi opere, accaparramento delle terre.

Nella terra che vide nascere i musicisti Chico Buarque e Antonio Carlos Jobim, il poeta Vinicius de Moraes e anche il calciatore Ronaldo, Rio de Janeiro, fonte inesauribile di energia, dove il mare, le montagne, l'aria, le nuvole, il sole, la flora e la fauna, compreso l'essere umano si fondono in un unico ecosistema. In questo luogo, organizzazioni, popoli, comunità, collettivi, reti, uomini e donne che abitano questo pianeta chiamato Terra, si sono dati appuntamento per una settimana con lo scopo di creare uno degli eventi più importanti di questo inizio millennio, il Vertice dei Popoli Rio+20.

Fondamentale evento di riflessione per il momento in cui si inserisce, ovvero la maggiore crisi della civiltà che il genere umano abbia conosciuto, che mette in dubbio la propria sopravvivenza insieme a quella degli esseri viventi del pianeta e genera contraddizioni che aspettano una risposta.

In questo quadro esistono due postulati, uno più consolidato dell'altro: quello ufficiale, per la continuità del modello economico dominante, mascherato come verde e sostenibile, sostenuto dalle nazioni, dalle imprese e dalle famiglie che più hanno tratto beneficio dalla contraddizione menzionata, il cui linguaggio e denaro permette loro di stabilire accordi più articolati e organizzati; quello popolare, con un linguaggio plurale, aperto e multiplo, meno efficace ma più profondo, che avanza lungo il cammino per riconciliarsi con tutto ciò da cui è stato diviso: l'essere umano dalla natura, l'uomo dalla donna, la città dalla campagna, il consumo dalla produzione, la mente dallo spirito, solo per menzionarne alcuni. Coinvolgendo in primo luogo i popoli originari, questo presupposto che promuove una buona convivenza è rivendicato dalla maggioranza dei movimenti. 

L'International Alliance of Inhabitants, a favore del secondo postulato, si unisce a sostegno del buon abitare il pianeta. La campagna sfratti zero, prodotta nella riflessione urbana, ha permesso di legarsi ad un settore più ampio, il territorio. Ciò è dovuto ai forti attacchi del capitalismo ai beni comuni che ancora sopravvivono, montagne, culture, fiumi e mari. le grandi opere (autostrade, dighe, centrali idroelettriche, miniere) sono espressione sensibile di questo attacco. Da due anni l'IAI è coinvolta nella difesa di questi beni dal saccheggio e dall'esproprio, per le generazioni di oggi e domani.

Il processo di estrazione di materie prime (prelevare, senza restituire) è risultato essere un modello efficace per le imprese transnazionali; promuove una rete di infrastrutture nei paesi sfruttati per saccheggiare i loro beni, autostrade, porti, linee elettriche; modifica chirurgicamente la legislazione dei paesi, per assicurare il banchetto agli invitati; si serve della copertura della sostenibilità, della responsabilità sociale d'impresa per raggiungere i diversi gruppi che vanno dalle comunità alle università; il lento smantellamento delle politiche pubbliche e sociali genera maggiore emarginazione dei gruppi più vulnerabili, cosa che facilita il saccheggio e l'esproprio dei loro beni per favorire lo sviluppo economico; usa l'argomento della sicurezza nazionale, che giustifica la militarizzazione per criminalizzare la protesta sociale ed estromettere l'avversario più scomodo, la comunità organizzata.

Martedì 19 giugno, noi, International Alliance of Inhabitants (IAI), insieme ad altre reti sociali come l'Habitat International Coalition (HIC), il Fórum Nacional de Reforma Urbana e Vía Campesina, abbiamo convocato  Assemblea sui grandi eventi, grandi opere, accaparramento delle terre. Nell'incontro con i cittadini del Brasile, Cambogia, Messico, Africa dell'est, Magreb (Africa occidentale) abbiamo realizzato uno studio di esperienze di base sul tema della difesa del territorio. Sebbene la traduzione sia stata complicata, il tono di voce, i gesti, le reazioni e il cuore ci hanno trasmesso ed indicato l'importanza di riunire le forze come movimento.

Elaborata a fuoco lento per un miglior risultato, è stata redatta un'agenda trasversale tra le reti presenti per consolidare il lavoro e la riflessione che si sono prodotti almeno da due anni. Il Forum Sociale Urbano di Napoli nel mese di settembre di quest'anno, le Giornate Mondiali Sfratti Zero di ottobre e l'Assemblea Mondiale degli Abitanti 2013 rappresentano le occasioni ulteriori per procedere nella costruzione della Via Urbana e Comunitaria.

Come avevamo previsto, lo spazio ufficiale è stato un successo per il capitalismo verde. Solo per parlare del settore minerario, nel documento finale della Conferenza, Capitolo V, paragrafo 227 e 228, a pagina 48, l'attività estrattiva è inserita nel discorso della sostenibilità e responsabilità, panacea dello sviluppo, di cui ha bisogno per continuare a mentire alle comunità sui reali vantaggi.

Dalla parte dei movimenti, Rio de Janeiro con il Vertice dei Popoli è un'opportunità in più per ricucire, ritessere, ricostruire i punti d'incontro tra i movimenti contadini, indigeni, urbani, ambientali, sindacali, ed altri, in e per un unico tessuto di cui facciamo parte, quello in cui viviamo, la Terra, il nostro territorio.

 

Per concludere, userò un paio di strofe che ho scoperto nel quartiere Lapa di Rio de Janeiro, appartenenti a Geraldo Vandré, musicista brasiliano che nella sua canzone Pra não dizer que não falei das flores , ci dice:

Os amores na mente
As flores no chão
A certeza na frente
A história na mão
Caminhando e cantando
E seguindo a canção
Aprendendo e ensinando
Uma nova lição

Vem, vamos embora
Que esperar não é saber
Quem sabe faz a hora
Não espera acontecer

Riferimenti geografici


I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono:

Alessio Grassi, Nadia Riolo

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