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La Quinta Sessione del Tribunale Internazionale degli Sfratti: urge una moratoria globale

La quinta Sessione del Tribunale Internazionale degli Sfratti, che si è tenuta a Quito in Ecuador, ha reso noto il dramma degli sfrattati, tema tabù alla Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III malgrado il loro numero a livello mondiale superi i 60 milioni. La sessione di apertura a Monte Sinai, Guayaquil con 600 persone nonostante le minacce della polizia, e quella a Quito, in una sala universitaria gremita di gente, hanno dato voce a testimonianze strazianti che mettono sotto accusa le politiche neoliberali. Il verdetto di questa Sessione è inappellabile: le autorità pubbliche sono responsabili e devono applicare con urgenza la moratoria degli sfratti a livello mondiale. Le mobilitazioni solidali sono di fondamentale importanza.

Il TIE ha ridato voce e dignità agli sfrattati, tema tabù per Habitat III

La quinta Sessione del Tribunale Internazionale degli Sfratti (TIE), organizzata dall’Alleanza Internazionale degli Abitanti, in collaborazione con le organizzazioni popolari locali in Ecuador, nell’ambito del Forum Sociale Resistenza Popolare Habitat III, è iniziata il 15 ottobre a Monte Sinai, Guayaquil, e si è conclusa il 17 ottobre a Quito.

Questa scelta di intervenire sul terreno dei conflitti ha svelato il dramma di più di 981.000 persone recensite negli 88 casi ricevuti, di cui 6 selezionati su scala internazionale e 3 in Ecuador. E' solo la punta dell’iceberg di questo tema, rimasto tabù durante la Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III, nonostante siano più di 60 milioni le persone sfrattate a livello mondiale. Un numero che denuncia gli effetti nefasti delle politiche neoliberali promosse dalla Nuova Agenda Urbana. La Sessione del TIE ha ridato voce e dignità agli abitanti, ai loro racconti di attacchi violenti, fisici e/o mascherati da politiche prodotte in particolare dalla finanziarizzazione dell’economia.

È importante sottolineare la determinazione e l’unità delle organizzazioni locali, che hanno saputo mantenere il loro impegno nonostante tutte le difficoltà. 

Le tappe dell'itinerario del TIE da Guayaquil a Quito per denunciare le politiche neoliberali in Ecuador e in tutto il mondo

A Guayaquil, niente ha potuto fermare la volontà dei 600 partecipanti e il senso di responsabilità dell’équipe del TIE, la sua Giuria e gli organizzatori, nonostante le minacce della polizia che aveva distrutto gli impianti del TIE allo scopo di impedirne l’inaugurazione a a Monte Sinai il 15 ottobre. La Sessione ha potuto svolgersi e l’attenzione era rivolta alle strazianti testimonianze degli abitanti in rappresentanza delle 6000 famiglie vittime o minacciate di sfratto, da Monte Sinai alle Casas Colectivas.

I membri della Giuria, con molto impegno nonostante la tensione fosse alta, hanno prestato ascolto e attenzione e, nelle prime Raccomandazioni emesse quel giorno, hanno sottolineato l’urgenza di una moratoria, richiesto che Monte Sinai venisse dichiarata zona “Sfratti Zero” e che fosse costituita una tavola di dialogo per trovare soluzioni mirate al rispetto del diritto alla casa e di tutti i diritti umani.

La tappa successiva è stata Quito, il 17 ottobre. La sala Che Guevara della Facoltà di Giurisprudenza gremita di gente, ha ascoltato 9 casi quali testimonianze dirette e drammatiche provenienti da 5 continenti, selezionati tra gli 88 casi in 35 paesi, dopo l’Appello a denunciare i fatti. I casi riguardavano: l’accaparramento delle terre a Bilangalonzo in Congo, gli sfratti di massa delle famiglie rumene dalla bidonville della circonvallazione a Parigi (Francia), sgli sgomberi di massa sotto minaccia a Izidora, Belo Orizonte (Brasile), le popolazioni minacciate dalla militarizzazione e da un progetto di turismo di massa nell’isola di Jeju, villaggio di Gagjeong (Corea del Sud), i villaggi dei beduini del Negev non riconosciuti e distrutti decine di volte dai coloni israeliani nelle terre palestinesi occupate, gli sfratti di massa a Detroit (Stati Uniti) delle popolazioni impoverite dalla crisi, incapaci di pagare le bollette dell’acqua a causa della privatizzazione del settore. Senza dimenticare le migliaia di famiglie della comunità della Isla de Muisne (Ecuador) minacciate di sgombero in seguito ai due terremoti nell'aprile 2016, occasione per il governo dell‘Ecuador di dichiararla ufficialmente zona a rischio di tsunami, mentre in realtà la zona delle abitazioni distrutte sarà oggetto di un progetto turistico.

La tribuna, aperta a fine sessione, ha dato la parola a decine di testimonianze delle comunità sfrattate o minacciate, soprattutto in Ecuador.

In particolare, la lotta del popolo Shuar contro l’esproprio di 40.000 ettari di terra nella Cordigliera del Condor. L’esproprio delle terre in cui vivono è stato deciso dal governo dell’Ecuador a favore delle società minerarie cinesi Tongling e CRCC.

Il verdetto urgente: attuare delle politiche alternative a cominciare dalla moratoria globale degli sfratti

Davanti alla gravità delle violazioni constatate durante la Sessione, il TIE ha decretato che senza ombra di dubbio è urgente mettere in guardia i Relatori indipendenti dei Diritti Umani presso l’ONU sul fatto che la maggior parte delle gravi violazioni ai diritti umani sono il risultato del modello di sviluppo neoliberale che la Nuova Agenda Urbana di Habitat III vuole mettere in atto. La moratoria internazionale raccomandata riguarda sia la città che le zone rurali, la campagna non viene quindi ignorata.

Il verdetto della quinta Sessione del TIE, reso noto nelle Raccomandazioni finali relative ai casi esaminati, mette in evidenza la responsabilità legale delle autorità locali e nazionali per il rispetto dei diritti umani. Tali autorità devono quindi urgentemente dichiarare e mettere in atto la moratoria globale di ogni tipo di espulsione. É altrettanto urgente organizzare tavoli di negoziazione con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, tra i quali le organizzazioni degli abitanti, allo scopo di prevenire le espulsioni. Tutto questo è necessario perché la gestione degli insediamenti umani e della madre terra deve basarsi su politiche che garantiscano una casa a tutti e su politiche fondiarie fondate sui diritti umani e il rispetto per l’ambiente, nonchè sulla responsabilità nei confronti delle generazioni future, e non posta sotto la supremazia dei mercati.

L’attuazione del verdetto, elemento chiave della mobilitazione locale/globale

La Raccomandazione Principale, tra quelle inviate agli organismi delle Nazioni Unite, ai governi, alle autorità locali e a tutti i soggetti coinvolti, è di redigere ogni sei mesi un rapporto sull’applicazione delle richieste di cui sopra, con un’attenzione particolare al rapporto dell'ottobre 2017. A tal proposito, le organizzazioni portavoce delle denunce di violazioni sono già impegnate nell’organizzazione delle attività per le Giornate Mondiali Zero Espulsioni.

Le organizzazioni degli abitanti e le loro reti internazionali sono quindi responsabili del monitoraggio del verdetto del Tribunale popolare. Ogni caso sarà infatti al centro delle Campagne Zero Espulsioni e lo è già concretamente per chi partecipa alle mobilitazioni solidali a livello locale e globale. Un esempio è la mobilitazione internazionale contro le espulsioni a Monte Sinai e all‘isola de Muisne.

La scelta strategica del Comitato di Coordinamento del TIE di basare questo Tribunale d’opinione sulla partecipazone e la mobilitazione è stata vincente e mostra il motivo per cui il Tribunale Internazionale degli Sfratti è considerato come il vero trofeo del Forum Sociale Resistenza Popolare ad Habitat III. Si tratta di uno strumento popolare, innovativo e utile alle lotte poiché è in grado di avere un’incidenza sui casi identificati, esaminati e giudicati.

>>> Cliccate qui per leggere le Raccomandazioni finali della quinta Sessione del Tribunale Internazionale degli Sfratti

 

La Giuria della quinta Sessione del Tribunale Internazionale degli Sfratti è costituita da:

Agustin Territoriale,  Argentina: Avvocato, ha ottenuto un diploma d’onore all’UBA, Human Rights M.Sc., ricercatore e professore in questioni urbane. Specializzato in diritti sociali, 10 anni di esperienza sulle questioni legate all‘habitat e ai conflitti connessi. È stato direttore del dipartimento giuridico della Centrale dei lavoratori dell’Argentina – sezione Capital. Attualmente è responsabile del Programma per l’habitat e il diritto alla città e dell’approccio territoriale n ° 1 del Ministero della Difesa di Buenos Aires.

Blessing Nyamaropa, Zimbabwe:  Responsabile regionale dei diritti umani presso gli avvocati dello Zimbabwe e consigliere dell’Ordine degli Avvocati dello Zimbabwe. Avvocato impegnato soprattutto nelle procedure di interesse generale in materia di tutela dei diritti alla casa, all'istruzione e alla salute, di formazione, difesa, promozione e tutela dei diritti umani. Impegnato presso la sua comunità in azioni di sensibilizzazione sui diritti umani.

Cesare Ottolini, Italia : Rappresentante del Comitato Direttivo, laureato in scienze politiche, attualmente coordinatore mondiale dell’Alleanza Internazionale degli Abitanti e membro attivo del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale, fondatore della Campagna Zero Espulsioni a livello internazionale. È stato coordinatore della Coalizione Internazionale dell’Habitat e segretario nazionale dell’Unione Inquilini. È stato membro del Gruppo consultivo sulle espulsioni forzate dell’UN-Habitat.

Miguel Robles, Messico/Stati Uniti : Urbanista, professore a Parsons. Cofondatore di Stichting Cohabitation Strategies (CohStra) (Rotterdam e NYC), ha coodiretto (dal 2012 al 2015) il centro nazionale strategico per il diritto al territorio (CENEDET) in Ecuador, insieme al geografo marxista David Harvey. Il centro si occupa di elaborare strategie, piani d'azione e piattaforme di impegno civico e di studiare le contraddizioni dell’urbanizzazione neoliberale, come l’erranza, le crisi degli alloggi, la gentrificazione, gli effetti della finanziarizzazione, la concorrenza interurbana e i movimenti sociali urbani.

Il Comitato Direttivo del Tribunale Internazionale degli Sfratti è costituito da:

Soha Ben Slama, Tunisia : Il suo impegno internazionale inizia nel 1995, al Tribunale Mondiale delle Donne durante la Conferenza Mondiale sulla Violenza contro le Donne, Huairou, Pechino, Cina. Cofondatrice della Coalizione delle Donne Tunisine e dell’Alleanza Civile contro la Violenza e per le Libertà nel 2012. Ha organizzato due Assemblee Mondiali degli Abitanti nell’ambito del Forum Sociale Mondiale nel 2013  e nel 2015 . Coordinatrice delle prime Assise per il Diritto ad un alloggio decente in Tunisia nell’ambito delle Giornate Mondiali Zero Espulsioni. È anche cofondatrice della Piattaforma Globale per il Diritto alla Città (San Paolo in Brasile). È Coordinatrice AIH in Tunisia e responsabile media e cultura, impegnata nella creazione dell’Alleanza Magrebina degli Abitanti e della Rete Africana degli Abitanti.

Hungyin Chen, Taiwan : Il suo impegno in ambito di solidarietà internazionale, soprattutto in relazione ai diritti dei migranti e dei lavoratori, è iniziato presso il Segretariato dell’Asian Regional Exchange for New Alternatives in Seoul. Membro della Taiwan Alliance for Victims of Urban Renewal dal 2012, è stata cofondatrice della Taiwan Alliance Anti Forced Evictions , di cui è coordinatrice; la rete include decine di organizzazioni di abitanti in tutto il paese. A luglio 2016, è stata coordinatrice della sessione per il Tribunale Internazionale degli Sfratti dell’Asia dell’Est, tappa regionale verso il Forum Sociale Resistenza Popolare Habitat III.

Cesare Ottolini, Italia: Ex squatter, impegnato dal 1977 nelle lotte globali/locali per il diritto alla casa e alla città, è stato anche segretario di un sindacato di lavoratori dell’edilizia. Attualmente è membro del segretariato nazionale di Unione Inquilini , la più importante organizzazione di inquilini del paese che organizza ogni anno la Giornata Zero Espulsioni in decine di città. È membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale, cofondatore dell’Alleanza Internazionale degli Abitanti di cui è coordinatore globale. È stato anche membro di UN-HABITAT Advisory Group on Forced Evictions. Vive in un alloggio di una cooperativa di proprietà collettiva di cui è fondatore, con dei migranti e degli italiani.

Mike Davies, Zimbabwe:  attivista locale a Harare per la promozione della partecipazione diretta al governo locale. Ex Segretario Generale della Combined Harare Residents Association  per ripristinare il diritto alla casa in Zimbabwe, contro l’espulsione di più di 700.000 persone dalle loro case. È stato anche membro dell’ UN-HABITAT Advisory Group on Forced Evictions. È cofondatore di Smart Harare e di Urban Farming Zimbabwe, che promuove l’agricoltura urbana in Zimbabwe. Come coordinatore dell’AIH per l’Africa anglofona, è impegnato attivamente nella creazione della Rete Africana degli Abitanti, legame e sostegno delle lotte locali degli abitanti che vivono ai margini delle città e dei villaggi. 

Varghese Teckanath, India: ha vissuto per 11 anni nelle bidonville di Hyderabad. Cofondatore e coordinatore di People’s Initiative Network  e della Campagna per la Sicurezza dell’alloggio (CHATRI) una delle più importanti organizzazioni per il diritto alla casa in India. Da più di 25 anni, è impegnato a diversi livelli nelle lotte per i diritti sociali, in particolare il diritto dei lavoratori e il diritto alla casa. Attualmente è direttore del Montfort Social Institute , del National Platform for Comprehensive Legislation for Domestic Workers, della National Platform for Housing Rights e membro del Comitato esecutivo del Neighborhood Community Network (NCN).

Rob Robinson, Stati Uniti:  Senzatetto per diversi anni a Miami e New York, è impegnato dal 2007 nel movimento per il diritto alla casa, cofondatore di Take Back the Land , la più importante organizzazione statunitense che lotta contro le espulsioni. Attivo nel NESRI | National Economic & Social Rights Initiative , che sostiene le organizzazioni basate a New York. A livello internazionale, collabora con il movimento dei senzatetto a Budapest e Berlino. Partecipa inoltre alle lotte per il diritto alla terra in Brasile e in Sudafrica. Attualmente è coordinatore dell’Alleanza degli Abitanti degli Usa e del Canada (USACAI) con una quarantina di organizzazioni di base.

Ernesto Jimenez Olin, Messico : Attivista nel sociale, è stato cofondatore della Unión Popular Valle Gómez et del Movimiento Urbano Popular in Messico, protagonisti delle lotte contro le espulsioni degli abitanti poveri e fautori della ricostruzione partecipativa dopo il terremoto del 1985. È stato il primo presidente del coordinamento di 80 quartieri popolari Venustiano Carranza, molto attivo nella battaglia per il riconoscimento del diritto alla città. Ha partecipato al movimento dei proprietari di alloggi ipotecati dalle banche, El Barzón. Molto attivo a livello internazionale nel Frente Continentale de Organizaciones Comunales, nell’HIC, e nell'Alleanza Internazionale degli Abitanti.

Riferimenti geografici


I(le) Traduttori(trici) Volontari(e) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che hanno collaborato con la traduzione di questo testo sono:

Antonella Troilo, Nadia Riolo

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